Buongiorno... il solito, grazie!
di
Hamilton Santia
Dietro al monicker Idaho si svela una delle classiche storie dell’underground americano che non ci stancheremo mai di sentirci raccontare: Jeff Martin (rimasto oggi l’unica mente creativa della formazione) comincia a scrivere canzoni durante il liceo aiutato dall’amico John Berry. I punti di riferimento si muovono in un triangolo che parte da Neil Young e arriva fino a Mark Kozelek e Mark Eitzel. Decisamente “americano” quindi, lo stile della nuova formazione, che riesce a trovare un piccolo contratto per la pubblicazione dei loro primi lavori. In seguito però, Berry abbandona la band e in aiuto di Martin arriva Dan Seta – questo però dopo aver scritto quello che, a detta di molti, è il capolavoro di Martin: “Three sheets to the wind” del ’96 – con cui inizia un felice sodalizio artistico terminato nel 2001. Ora quindi, Idaho è una formazione aperta che ruota attorno alla figura del suo vero leader e “Vieux Carrè” rappresenta una prova di convincente maturità, di quelle che convincono ampiamente del fatto che tutte queste storie sono, effettivamente, servite a qualcosa.
Le trame di questo disco – il settimo – si snodano in quindici canzoni dal sapore agrodolce. Canzoni malinconiche e mai su di giri che respirano l’aria tipica di quella scena che include Red House Painters e American Music Club per arrivare a Pedro the Lion e Sophia. Malinconia sì, ma non rassegnazione. Gli arrangiamenti infatti – che trovano in un delicato pianoforte un sospirato trait d’union – lasciano trapelare un certo ottimismo, ribadendo il ruolo catartico che certa musica può – e soprattutto deve – avere.
Per chi non riesce a non farsi rapire dalla dolce tristezza dell’autunno – o dell’inverno, tanto siamo lì – lasciarsi cullare da To be the one, Straw dogs e Rope (solo per citare gli episodi meglio riusciti) può essere una valida alternativa e un asilo quantomeno azzeccato. Peccato per l’eccessiva prolissità – 55 minuti – che può, alla lunga, rivelarsi un deterrente se consideriamo che questo disco ha tutte le possibilità per fare breccia nel cuore di molti.
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